Tutto è nato dalle mani di una esile signora di altri tempi che, all’ottava generazione di una famiglia di vigneron, ha sempre lavorato la vigna di proprietà senza l’ausilio di alcun attrezzo meccanico e di prodotti nocivi.
Questo suo approccio è sfociato naturalmente, nel 2010, nella conversione al biologico dell’azienda che ora è seguita dal figlio di Éliane, Jérôme Lefevre, professore di storia dell’arte contemporanea, che ha interrotto il suo insegnamento a Parigi per dedicarsi alla produzione dello Champagne con il nome di CHAMPAGNE DELALOT.
La terra è un richiamo inappellabile.
La filosofia dei vini, per Jérôme, è appassionante: per lui ogni Champagne deve essere inteso come un’opera d’arte e come tale deve avere caratteristiche precise e uniche che sprigionano continue emozioni. Le sue cuvée infatti giocano molto sul dosaggio, sull’utilizzo del legno, sulla rimessa in sospensione degli lieviti durante l’affinamento, ma soprattutto sul grande lavoro in quelle vigne che, negli anni, sono state preservate da ogni elemento nocivo.
Anche le etichette delle bottiglie sono state create, una ad una, con un lavoro puntiglioso e di grande talento.